
Negli ultimi giorni mi è capitato di leggere l’ultima fatica letteraria del guru dei virologi il celebre Roberto Burioni (Borioni per chi, come me, si è un po’ stancato della sua supponenza).
Intanto curioso che a poche settimane dallo scoppio dell’epidemia di Covid-19 l’instancabile presenzialista riesca a far uscire un instant book come un giornalista di pettegolezzi qualunque. Il fatto che i proventi della vendita vadano a finanziare una non meglio precisata “ricerca sui coronavirus” è un’aggravante perché fa capire come la spinta del novello Savonarola non sia tanto l’interesse economico quanto la (vana) gloria.
Tralasciando il capitolo iniziale sul corona virus attuale, che è palesemente stato inserito all’ultimo e quindi è pieno di aria fritta e sentito dire, il resto del libro è sconcertante e ci fa capire come la nostra vita e la nostra libertà sia in mano a persone che non hanno la benché minima idea di una soluzione alternativa alla clausura.
Il libro infatti fa una carrellata sui più comuni e famosi virus e, in quasi tutti i casi, la descrizione è disarmante: non si conoscono le cause, non si hanno vaccini o cure e non si capisce perché, a un certo punto, il virus sia scomparso (se è scomparso…).
Questo può essere comprensibile per l’ultima grande pandemia di peste, iniziata nel 1895 in Cina e di cui si scoprirono le cause solo tre anni dopo e la cui cura fu possibile solo dopo la seconda guerra mondiale grazie agli antibiotici, però stiamo parlando di fine ‘800 e quindi ci sta un certo ritardo nella diagnostica e nelle cure.
Ovviamente gli estensori del libro sottolineano come comunque la peste fu contenuta grazie “alle misure di igiene pubblica”, il fatto che per una cura (ad ampio raggio) ci siano voluti 50 anni non è rilevante.
Un po’ meno giustificabile è il caso dell’influenza Spagnola scoppiata in Europa durante la Prima Guerra Mondiale.
Di questo drammatico virus il buon Borioni tranquillamente afferma che non se ne conosce l’origine, non si capisce come mai le vittime fossero neonati, vecchi (come una normale influenza) e la fascia d’età tra i 20 e 30 anni né come mai la malattia comparsa nella primavera con un basso tasso di mortalità si trasformò in un flagello nell’Agosto dello stesso anno.
Bontà sua conclude dicendo: “Non abbiamo risposte certe a queste domande, ma sappiamo che la ricerca per trovarle ci farà avanzare nella comprensione dei meccanismi fondamentali delle infezioni.” e a distanza di un secolo non mi sembra un messaggio incoraggiante.
Stesso discorso, o quasi, per Ebola: scoperta nel 1976, letale tra il 25% e l’80% dei contagiati (dati precisissimi…), con circa 25 epidemie in 36 anni e senza cura che non sia l’ABC (avoid body contact).
L’ultimo caso giunto agli onori della cronaca è stato alla fine del 2013 tra Guinea, Sierra Leone e Liberia, l’epidemia venne considerata conclusa alla fine del 2015, dopo due anni di quarantena per TUTTA la popolazione locale.
Domanda da profano: ci vuole una starlette della virologia per chiudere in casa interi Paesi ? O non ci si aspetta qualcosa d’altro da persone che sbandierano titoli accademici ogni 5 minuti ?
Si dirà: è un virus principalmente africano, a nessuno interessa cosa succede in questi posti…
Parliamo allora di AIDS o di virus HIV.
Anche per l’HIV non si sa di preciso da dove origini, ci si mette 2/3 anni ad isolarlo e i farmaci attualmente utilizzati “bloccano efficientemente il virus impedendogli la replicazione, ma non riescono a eliminarlo”, il tutto a quarantanni dalla sua comparsa nel mondo occidentale…
Discorso analogo ad Ebola è quanto successo con l’epidemia di SARS che “si estingue grazie agli interventi di identificazione e isolamento dei malati” , insomma la soluzione degli “esperti” sono dei nuovi lazzaretti. Cura ? Non pervenuta.
Insomma, alla fine, a parte consigliare di lavarci le mani (come una D’Urso qualsiasi) e spingere per la quarantena di tutti, il buon Borioni ci tiene solo a farci sapere che per un vaccino ci vorranno anni e considerati gli esempi del libro non c’è da sperarci molto.
Domanda finale, visto quello che dicono gli “esperti” siamo sicuri di lasciar decidere della nostra vita a gente che ha sempre ragione ma magari con decenni di ritardo ?
Siamo sicuri a voler considerare degni di ammirazione incondizionata personaggi che hanno come unica soluzione lo stare a casa ?
Io qualche dubbio ce l’ho.
