
Negli ultimi giorni abbiamo assistito a una grande retorica sull’invio di una squadra di medici e infermieri cubani arrivati in Italia per aiutarci durante l’emergenza legata alla diffusione del Covid-19.
Di colpo, a fronte di un aiuto sicuramente meritevole di ringraziamento, si è assistito a un panegirico indifferenziato nei confronti di Cuba e del suo regime dipinto come il “migliore dei mondi possibili”.
Tutto questo a fronte di una realtà decisamente diversa.
Cuba è e rimane una dittatura a tutti gli effetti, con una limitazione della libertà a tutti i livelli e un numero di “prigionieri politici” ormai fuori controllo.
Per farsi un’idea di come vivono i cubani basti dire che per chi viene accusato di essere un dissidente vige il divieto assoluto di viaggiare all’estero, non solo, restando in Patria (obbligatoriamente…) il rischio di venire imprigionati nelle terribili galere cubane è altissimo.
A proposito di prigioni un dato che balza agli occhi è che a Cuba, attualmente, risultano incarcerati più di 90,000 prigionieri, sparsi in 200 diverse carceri. Ai tempi del famigerato dittatore Batista ce n’erano “solo” 14.
Secondo quanto riportato da Edel Gonzalez Jimenez (ex Presidente della Magistratura Provinciale di Cuba) al momento risultano condannate circa 127,000 persone, di cui oltre 90,000 ristrette in carcere, e se si considera che la popolazione cubana è di meno di 12 milioni si arriva all’astronomica cifra di un carcerato su 1000 abitanti. Record mondiale di questa poco encomiabile classifica.
Ovviamente la maggior parte delle persone sconta condanne per reati d’opinione, anche perché, come dichiara Javier Larrondo presidente di Prisoners Defender, dopo la crisi venezuelana e la conseguente mancanza dei finanziamenti provenienti dal regime di Maduro il Governo Cubano ha varato una serie di indulti per liberare i delinquenti comuni lasciando spazio nei carceri ai dissidenti politici.
Dall’altro lato è proprio la crisi economica dovuta al declino venezuelano e alle sanzioni decise da Donald Trump che sta facendo salire la protesta del popolo, sempre più affamato e in condizioni di sopravvivenza precarie.
La vecchia Avana sta ormai cadendo a pezzi e il regime non sembra in grado di porre rimedio a questa crisi, ultimo caso che ha messo la dittatura sotto una luce quantomeno sinistra è stata la morte di tre sorelline causata dal crollo di un balcone in un palazzo fatiscente, rimborso proposto ai genitori ? 15 dollari…
Diciamo che il Paradiso è un’altra cosa.
