Si sente spesso parlare di classifiche sulla liberta’ di stampa che vedono puntualmente l’Italia ai gradini piu’ bassi della classifica, cosi’, per curiosita’, sono andato a leggermi l’ultimo rapporto di Freedom House, ONG spocchiosetta che tutti gli anni si erge a giudice del bene e del male.
Ora le ragioni per cui l’Italia e’ considerata semi-libera (unica nazione Europea insieme alla Turchia) sono le seguenti:
- La legge Gasparri che, a parere dei soloni di Freedom House, ha messo nelle mani di Berlusconi tutto il mercato della televisione privata in Italia, peccato che con la stessa legge si e’ dato il via al digitale terrestre che ha moltiplicato in modo esponenziale l’offerta di canali pubblici e privati…
- Il disegno di legge sulla censura (o limitazione) delle pubblicazioni via internet e, in generale, delle intercettazioni telefoniche: un provvedimento a mio parere di civilta’ e, comunque sia, mai varato in Parlamento.
- La galera per i giornalisti: in questo caso, stranamente, gli gnomi dell’ONG ci azzeccano, peccato che nella loro furia anti-Berlusconiana si dimentichino di dire che oltra a Sallusti (citato) altri due casi di condanne penali riguardano il direttore di Panorama e un giornalista Calabrese di 79 anni (Francesco Gangemi) vicino alla DC. In questo caso e’ palese come l’effettiva limitazione alla liberta’ di stampa non dipende dal satrapo di Arcore ma dall’invasivita’ della magistratura Italiana.
- La mancanza di una legge sul conflitto di interessi tra sistema politico e informazione: non si capisce cosa c’entri. Semmai il vero punto dolente e’ la mancanza di editori puri e la commistione tra banche / sistema industriale e giornali.
- L’ordine dei giornalisti: eredita’ del ventennio strenuamente difesa dalla casta dei giornalisti… quindi ? Sono gli stessi scribacchini che si autocensurano ?
- Nomina membri AGCOM: solite beghe tra lobby piu’ o meno trasparenti per qualche sedia in piu’…
- RAI: scoperta del secolo, essendo le nomine di carattere politico in RAI c’e’ la lottizzazione, risibile il presunto controllo totale di Berlusconi sui canali pubblici che, da sempre, sono stati “divisi” tra governo e opposizione (a meno che non si consideri RAI3 un covo di biechi reazionari…).
- Giornalisti sotto scorta: in effetti il fatto che alcuni giornalisti debbano essere scortati per le minacce legate al loro lavoro e’ un serio limite alla liberta’ di stampa, cio’ detto non credo che l’Italia sia l’unica nazione Europea che sia costretta a proteggere i propri giornalisti d’inchiesta e limitarsi a portare come esempio il solito “santino” Saviano fa capire quanta superficialita’ ci sia in questo rapporto.
- Tagli alle sovvenzioni all’editoria: non si capisce perché lo Stato Italia dovrebbe contribuire alla stampa di quotidiani che non vengono letti neanche dai parenti dei giornalisti.
Alla fine della lettura mi assale lo sconforto, solo il provincialismo Italico o il calcolo politico possono accreditare le due paginette scritte da Freedom House come un reale quadro della situazione dell’informazione in Italia.

